La Stampa, venerdì 7 marzo 2025, pag. 20
Dagli States a Torino per aprire una nuova fabbrica di satelliti. Nasce così Space Industries, holding internazionale fondata dal gruppo Comat e dall’ingegnere italo-americano Giuseppe Santangelo, che riveste anche il ruolo di amministratore delegato. Il cuore dell’impresa è al centro di Torino, una sede in un palazzo barocco di piazza San Carlo che sarà la vetrina dove far incontrare pubblico e privato. Ma anche un punto di incontro per le aziende dell’indotto automotive che provano a riconvertirsi o almeno a diversificare la produzione. «Vogliamo mettere lo spazio al centro della città» sottolinea simbolicamente Santangelo. Lo stabilimento produttivo è invece nella prima cintura, a Settimo. Con la corsa alla connessione satellitare in orbita bassa e la concorrenza innescata da Starlink di Elon Musk con il gruppo francese Eutelsat e la costellazione Iris 2 che sta costruendo l’Europa, la richiesta di satelliti si è impennata vertiginosamente. Un business che promette margini di sviluppo interessanti che Torino vuole agganciare. Space Industries ha già una rete di diffusione in sei Paesi (Italia, Usa, Norvegia Emirati Arabi, Turchia e India) e punta a estenderla a 32 entro il 2029. Parte con un piano assunzioni di 300 persone, punta ad arrivare a produrre 220 satelliti l’anno, circa uno al giorno, abbattendo i tempi di realizzazione a cento giorni, con la possibilità di crearne fino a quaranta in parallelo. L’area produttiva si estende su 6.000 metri quadrati e ospiterà una delle più grandi clean room d’Europa, 3.000 mq oltre a tutto il necessario per la produzione, dal progetto fino alla spedizione in rampa di lancio. È qui che avverrà l’assemblaggio, l’integrazione e il testing di satelliti fino a 500 chilogrammi. «Il nostro obiettivo è costruire bene e rapidamente i satelliti secondo un modello che definirei fordiano. Vogliamo rivoluzionare ed efficientare il modo di produrre eliminando i tempi morti» spiega Santangelo. L’obiettivo è fabbricare il primo satellite per fine anno. Si stima inoltre la nascita di un indotto dedicato di circa 500 professionisti. Tra i partner c’è anche la startup Ecosmic, società specializzata nel monitoraggio del traffico e dei detriti spaziali. «Space Industries – sottolinea Santangelo – si colloca in uno spazio di mercato ancora poco presidiato, dando la possibilità alle tante aziende e startup che non hanno spazi produttivi, di diventare nostri clienti e di integrare i loro prodotti in maniera veloce, economica, efficiente e scalabile. Puntiamo a diventare una scelta no-brainer quando si parla di assemblaggio, integrazione e testing di satelliti». L’ingegnere prima di questa avventura aveva fondato la Skypersonic, che produce droni ed è quotata al Nasdaq dal 2020. «Proprio questa attività mi ha portato a conoscere Musk. Il ritardo dell’Europa è soprattutto sui lanciatori. Mentre negli Usa ci sono almeno quattro privati che stanno partendo, in Ue non ci sono possibilità», racconta. «Alla fine devi andare per forza in America per mandare i satelliti in orbita. Inoltre – sottolinea ancora Santangelo – c’è ancora poco sviluppo privato e i programmi sono quasi esclusivamente finanziati da risorse pubbliche. Servirebbero maggiori investimenti commerciali». La scelta di Torino deriva dalla possibilità di integrazione con l’automotive. «Certo, riconvertirsi non è facile. E anche per diversificare servono investimenti economici e mentali. Bisogna credere nelle competenze», sottolinea. Proprio la necessità di puntare sulle giovani generazioni ha spinto anche un’altra collaborazione: dalle prossime settimane la sede barocca di palazzo Carpano ospiterà anche la fondazione Inspire 4 Tomorrow, presentata al Palazzo di Vetro delle Nazioni unite il 5 febbraio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA